A poco più di un mese di distanza dall’inizio di questa pandemia che non vede ancora la luce in fondo al tunnel, tutti abbiamo preso coscienza che, questa non è solo un‘emergenza sanitaria a livello mondiale, ma una guerra mondiale che avrà un forte impatto anche sul sistema economico-finanziario delle nostre imprese e, a cascata, sulle nostre vite.
Credendo fortemente che accrescere la conoscenza e il sapere in ambito economico finanziario sia un elemento importante per affrontare gli scenari che ci aspetteranno tra brevissimo tempo, abbiamo deciso di iniziare la pubblicazione di alcuni articoli di cultura economico-finanziaria.
Non hanno la pretesa di essere esaustivi, ma intendono fornire ai lettori delle pillole di conoscenza per aiutarli a comprendere e interpretare meglio gli accadimenti che verranno.
Chiediamo scusa se capiterà che vengano scritte cose magari già conosciute, ma come si dice repetita iuvant.

La comunicazione

Cerchiamo innanzitutto di capirci. Comprendere e non fraintendere.
Anche se può sembrare scontato che quando parliamo tra di noi ci si capisca, questo non è affatto certo. È un concetto che deve essere chiaro fin da subito. Ci servirà anche nei rapporti che andremo ad intrattenere con i diversi portatori di interesse: banche, fornitori, clienti, dipendenti e collaboratori, enti pubblici e privati e molti, molti altri soggetti ancora, compreso chi ci governa e rappresenta in parlamento.

E’ necessario avere una comunicazione efficace: cioè far capire agli altri cosa intendiamo ed essere sicuri che gli altri abbiano compreso cosa intendiamo.

Vi starete chiedendo dove vi stiamo portando, cosa c’entra questo con l’economia e la finanza. Un po’ di pazienza e ci arriveremo subito.
Cominciamo con l’assimilare questo semplice concetto che le neuroscienze ci insegnano:

“COMUNICARE SIGNIFICA INTERPRETARE”

Certo, molte persone pensano che la comunicazione interpersonale sia un processo lineare come mandare una lettera. Magari vi è capitato di pensare a cosa dire a una persona, ragionando solo su che parole utilizzare. Purtroppo le cose sono un po’ più complesse.
Se parliamo con un’altra persona stiamo traducendo i nostri pensieri in parole per mandare un messaggio all’altro. L’altro a sua volta sentirà il nostro messaggio e lo interpreterà.
In breve: la comunicazione è simile a un telefono senza fili.
È inevitabile che in una conversazione alcune cose vengano fraintese o neanche sentite. Magari l’altro era distratto, c’era del rumore o stava pensando a cosa dire dopo. Magari si aveva in testa un concetto, ma poi si finisce per usare un giro di parole che lo rende meno chiaro.
Oppure più semplicemente ci si può dimenticare di dire a parole qualcosa che si ha bene in mente, ma l’altro non sa.
Ogni persona, inoltre, filtra ciò che sente in base alle sue aspettative e al suo umore.
Per terminare questa breve nota, la comunicazione prevede: una codifica da parte di chi parla, che deve scegliere le parole per esprimere ciò che pensa, il successivo invio del messaggio a parole e, infine, la decodifica di queste parole e l’interpretazione del messaggio da parte di chi ascolta.
Man mano che i concetti diventano più complessi, soggettivi e non osservabili come: buon lavoro, giusto, morale, dovere, ecc. può diventare come parlare due lingue diverse.
Il problema, ed è un grosso problema, è quando crediamo che gli altri abbiano compreso il nostro pensiero, il concetto che volevamo esprimere, l’immagine che volevamo dare, ma loro l’hanno interpretato secondo il loro punto di vista.

Senza titolo

Quante volte vi siete sentiti dire: “io però avevo inteso diversamente”, oppure, “io credevo che”, “mi sembrava di aver capito che”, ecc.. Questo significa che la comunicazione non è efficace e il vostro interlocutore non ha fatto altro che interpretare il vostro messaggio secondo il proprio punto di vista.
Usate sempre il FEEDBACK (conferma). Semplicemente verificate e controllate se l’altro soggetto ha compreso correttamente cosa volevate dirgli.
Bene ci siamo chiariti. Ora dobbiamo sforzarci di comunicare in modo corretto, altrimenti parleremo due lingue diverse.

Il sistema economico

Si sente spesso usare termini che dovrebbero esserci molto familiari, anche per il mestiere che facciamo: sistema economico; sistema finanziario; crisi economica; crisi finanziaria; bisogna sostenere l’economia, le imprese e le famiglie; fare programmazione economica; l’Europa deve lasciarci la libertà di non rispettare il patto di stabilità; diamo aiuti di stato alle imprese; ricorriamo al fondo salva stati (MES); aumentiamo il debito pubblico e altro ancora.
Chi utilizza questi termini altro non fa che tradurre i suoi pensieri in parole per mandare un messaggio a noi.
E qui viene il bello.
Chi utilizza questi termini è sicuro che chi riceve il suo messaggio lo capisca?
E noi conosciamo il significato di questi termini? E soprattutto, l’impatto e gli effetti che hanno e avranno sulle nostre imprese e sulle nostre vite nel prossimo futuro?

Se li sapete potete anche non continuare a leggere,  a voi la scelta…

 

Bene, chi ha continuato e sta ora leggendo, o è mosso dalla curiosità o ha voglia di conoscere e comprendere meglio. Entrambe le cose sono positive e ci incoraggiano a continuare in questo lavoro.
Molti di quelli che ci parlano dalla TV e dai giornali, in particolare politici, ma non solo, non conoscono il significato di molti termini economico-finanziari che usano e, quindi, creano dei cortocircuiti nella comunicazione.
Generano paure, incertezze e ansie. Ma anche menefreghismo, rifiuto all’ascolto e alla comprensione, fino alla rassegnazione: “tanto io cosa posso fare e poi, comunque fanno sempre quello che vogliono loro”.
Questo è il momento di fermarsi, di ascoltare, di imparare a imparare. Di capire, ragionare e con coraggio, si coraggio, proporre soluzioni. Non chiacchiere.
La conoscenza, poi, ci permetterà di essere costruttivamente critici verso i nostri interlocutori.

La conoscenza è potere. […]
Jared Diamond

Prendiamo coscienza del momento storico che stiamo vivendo.
Probabilmente il ciclo della globalizzazione è giunto al termine.
L’Europa Unita forse si romperà, o comunque non sarà più come prima.
Sta emergendo il fallimento della polita comunitaria come è stata condotta in questi ultimi decenni. Si è perso completamente il senso della visione e del pensiero dei padri fondatori dell’Europa Unita, dal nord al sud. E la Germania, con qualche altro paese del nord, come insegna la storia, vuole dettare legge sugli altri.
Cerchiamo ora di chiarire subito il significato di un primo termine, che poi ci accompagnerà in tutto questo percorso. Avremo così le fondamenta sulle quali costruire il nostro bagaglio di pillole di conoscenza.

Che cos’è un sistema?
Per sistema intendiamo un aggregato, un insieme, un raggruppamento di parti (oggetti materiali, organismi viventi, organismi economico-sociali, enti astratti) di cui ciascuna può esistere isolatamente, ma che variamente, diversamente, differentemente collegate e interdipendenti tra loro, dipendono secondo leggi e regole fisse e tendono a un medesimo fine.

Definito e compreso cos’è un sistema, cerchiamo di definire, con semplicità, cosa si intende per sistema economico. Prima però dobbiamo definire un altro termine: l’economia.
L’attività economica comprende tutti quegli atti che i diversi soggetti economici (famiglie, imprese, Amministrazioni Pubbliche, resto del mondo) compiono, a diverso titolo, relativamente alle loro decisioni di: consumo, produzione, risparmio e investimento. Questi soggetti, a loro volta, nello svolgimento delle loro attività economiche, stabiliscono tra loro delle relazioni economiche.
Un bambino semplicemente direbbe che l’economia è tutto ciò che si scambia.
Quando la produzione di beni di una famiglia non è sufficiente a soddisfare tutti i bisogni, le famiglie iniziano a scambiare i prodotti con altre famiglie della stessa città e nelle città vicine e il luogo dove si incontrano le persone che hanno prodotti e servizi da vendere, con le persone che vogliono acquistare dei prodotti e servizi, si chiama mercato.
Le persone quindi scelgono il mercato dove scambiare la loro tipologia di prodotti/servizi: mercato del lavoro, mercato dei servizi di trasporto, mercato del cibo, dell’abbigliamento, ecc..
Quindi ogni individuo è un soggetto economico quando, attraverso il suo comportamento, mira a soddisfare, nel modo migliore, uno dei suoi bisogni individuali, potenzialmente illimitati e sempre nuovi, con risorse naturali limitate. In questa situazione infatti egli opererà una scelta, in conseguenza della scarsità di risorse utili a soddisfare i suoi bisogni.

In breve possiamo dire che

“L’ECONOMIA E’ LA SCIENZA DELLE SCELTE”

Inteso cos’è l’economia ora possiamo definire cosa s’intende per sistema economico.
Possiamo definire il sistema economico come quell’insieme dei soggetti economici e delle relazioni che li legano riguardo all’attività economica, in un determinato territorio, relativamente ad una particolare società, in un particolare contesto e in un dato momento storico.

Un sistema economico, quindi, è un insieme di soggetti, di attività e di relazioni volte a procurarsi i beni e i servizi necessari al soddisfacimento dei propri bisogni.

Ogni sistema economico si caratterizza per il modo in cui risponde alle domande fondamentali:

  • CHE COSA produrre?
  • QUANTO produrre?
  • COME produrre?
  • PER CHI produrre?

In base a come si risponde a queste domande si potranno avere diverse “tipologie di sistemi economici

  1. Sistema economico capitalistico
  2. Sistema economico collettivista
  3. Sistema economico ad economia mista

Riepilogando il sistema economico è un sistema di produzione, allocazione delle risorse e distribuzione di beni e servizi all’interno di una società o di una determinata area geografica. Include la combinazione delle varie istituzioni, agenzie, entità, processi decisionali e modelli di consumo che comprendono la struttura economica di una data comunità.
In quanto tale, un sistema economico è un tipo di sistema sociale e di conseguenza la modalità di produzione ne è un concetto correlato.

Concludiamo questa prima puntata domandandoci: ma in Italia che sistema economico c’è?

La risposta la troviamo nella nostra Costituzione e precisamente nell’art. 41 e seguenti.
L’economia italiana è un’economia basata sull’iniziativa privata e su interventi di programmazione statale per coordinare l’economia nazionale.
Il sistema economico italiano è, quindi, un sistema economico a economia mista, come affermato nell’art. 41 della nostra Costituzione: “l’economia privata è libera”.
Lo stesso articolo segnala anche i limiti della libertà d’iniziativa economica, basata su una serie di progetti economici predisposti dal Governo, caratterizzati dalla flessibilità e dall’adattabilità.
Abbiamo compreso che da un dettato costituzionale, lo Stato attraverso il Governo, deve fare la programmazione economica della Nazione al fine di coordinarla al suo interno.
Quindi, quando sentiamo parlare chi ci governa, ascoltiamo bene cosa dice. Chiediamoci se per noi sta programmando bene; se sta prendendo decisioni corrette verso le imprese e i lavoratori; se sta compiendo scelte coraggiose per l’economia della Nazione, ecc.

Programmazióne econòmica Complesso degli interventi dello Stato nell’economia, realizzati spesso sulla base di un piano pluriennale (in questo senso il termine si alterna, nell’uso, con pianificazione). Nella terminologia corrente, e anche da parte di alcuni studiosi, si è però soliti distinguere tra pianificazione e p.e., tra piano e programma, riferendosi con il primo termine ai paesi socialisti e con il secondo ai paesi a economia di mercato (noi Italia).

Fonte: Enciclopedia Treccani

Come abbiamo visto la Costituzione della Repubblica italiana prevede un sistema economico misto, caratterizzato dalla presenza di attività del settore pubblico e di iniziative attivate dai privati.
Ciò esprime una concezione nella quale il mercato non è l’unico modello seguito. Si tratta di una concezione complessa, in cui il Governo non è onnipotente, ma non è nemmeno impotente rispetto alle richieste degli operatori economici e finanziari privati.

Siamo giunti al termine di questa primo caffè.
I prossimi tratteranno del sistema finanziario, dei suoi attori e strumenti, che è una componente fondamentale dell’economia di una Nazione, perché ne rende possibile il funzionamento e ne può condizionare i risultati in termini di sviluppo.