BHR Group in occasione del convegno ”La Finanza Compartamentale” pubblica un articolo sulla storia di un emigrante italiano che diventò il più grande banchiere del mondo: Amadeo Peter Giannini
Una massima che appartiene alla scuola economica francescana della fine del XIV° Secolo, inizi del XV° recita:
«l’elemosina aiuta a sopravvivere, ma non a vivere. Perché vivere è produrre e l’elemosina non aiuta a produrre»
Questa massima va ripetuta in ogni sede perché l’elemosina, che vale oggi per assistenzialismo, paternalismo, aiuta sì a mangiare e quindi a sopravvivere, ma non inserisce i cittadini nella capacità di produrre, cioè di vivere. La finanza etica, all’origine del XV° Secolo, nasce per consentire a tutti e tutte di produrre. Il dilemma per gli operatori della finanza etica di oggi è come riuscire a coniugare le finalità con una governance nuova, diversa da quelle di carattere capitalistico. La struttura organizzativa non è neutrale rispetto agli obiettivi che si perseguono. Non si ama il fine se non si ama la via: non basta adeguare alle finalità le strutture organizzative. Altrimenti si può correre il rischio delle Banche Popolari che sono nate nell’800 con finalità ben precise ma sono state snaturate dalle scelte organizzative e operative.
Lo sviluppo delle banche etiche dipende oggi da una serie di condizioni. Certe sono esterne: diffusione della cultura e del consumo critico o l’apertura del dibattito sulla responsabilità sociale delle imprese alla finanza etica. Altre interessano il sistema di gestione delle banche, che devono saper investire nella crescita culturale dei dipendenti e, soprattutto, devono evitare di trasferire al loro interno la logica dell’efficienza fine a sé stessa. Altrimenti rischiano di perdere l’identità, la fedeltà ai propri valori originari.
Amadeo Peter Giannini secondo noi ha avuto il coraggio di sognarlo e di realizzarlo.

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